FRANCESCOZERO
Pierre Carnac
Lo spirito e la materia, il creatore e l’opera,il buono e il cattivo, il male e il bene, il maschile e il femminile, il biancoed il nero, Dio e il Diavolo fanno appello ad una certa espressione primariadella dualità. Da un punto di vista ideale il “due” è unico, soprattutto quandoassume la forma del germe dell’evoluzione che conduce al progresso, a quelladell’involuzione che porta alla catastrofe.
Augusto Benemeglio
La scultura di ZERO nasce dalla ricerca del movimento, superando la staticità del corpo edella mente nei suoi profondi riferimenti autobiografici. Le sue opere vivonoil cambiamento continuo contro le regole dell’equilibrio e del tempo. Progresso e cultura; unica linea costante
Alessandro Piccinini
La razionale conoscenza dei mezzi espressivi, connaturata ad un procedimento raffinato, sono alla basedella testimonianza artistica, ideale ed eclettica, che si riscontra nella ricerca di Francesco Zero, la cui valenza culturale si pregna di una naturalecarica emotiva che, intrisa di un reale intimismo del vissuto, incarnaquell’avventura del gesto formale e del fare creativo come sublimazione di talegesto.
Catherine Laleuf
Painters and sculptor usually capture a moment in the life of their models, a second that will be frozen for eternity. Francesco is unique, his sculptures represent movement, space, acceleration… life in itself. Animals are fighting, running; couples are evolving in the air, dancing very gracefully. Francesco’s gift is the art of representing sculptures in motion.
“Tra queste recenti opere di Francesco ce n’è una che credo riassuma le corde più creative della verità poetica di cui è capace Zero nell’incontro con l’incognita del proprio profondo. Mi riferisco a quell’opera che rappresenta una sorta di angelo con una sola ala, commovente nello spasimo di un impossibile volo. Penso che Zero titoli “Vittoria” quest’opera e che lo faccia con amara ironia. Si, forse è davvero una vittoria amara incontrare quella che Jung definiva la nostra ombra, cioè la parte di noi che esorcizziamo e che inconsapevolmente temiamo, perché ci pone in rapporto con la nostra vera identità. Ciò alimenta la verità dell’arte, ma allarma il nostro equilibrio.
I movimentisi spezzano, incerti, contraddittori, afasici.
È come se qualcuno, dopo aver sognato di correre ad una velocità tale da riuscire a decollare, alla fine ci riesca, ma poi, una volta in volo nell’aria, si accorga che tutta la cultura precedente, tutti i grandi sforzi per fortificare i muscoli per quel decollo, non gli servano più. Così egli piomba in una totale afasia che scoordina i movimenti e azzera ogni certezza e tutto deve essere reinventato , perché egli ha a che fare con una nuova dimensione, quella dell’aria.”